Procace virtù

Mercoledì 24 ottobre 2018

"La bellezza di qualsiasi tipo, nel suo sviluppo supremo, eccita sempre l’anima sensibile fino alle lacrime" (Edgar Allan Poe)

 
Più di ogni virtù può la bellezza. Una bellezza che ammicca e poi si fa abbracciare. Una bellezza che promette e poi mantiene. 

È una bellezza che sta oltre il viso e le forme. È una bellezza meno evidente eppure più sfacciata. La trovi nello sguardo che tradisce l’istinto, esuberante, al piacere. Ti invita e poi ti accoglie. Eccita l’anima. 
 



 
Non me la vedo addosso, me la sento dentro. Come un pensiero incontenibile. Maliziosa come una caramella che ti tenta, dolce e ostinata. Gentile come una poesia ma travolgente come un fiume in piena. Non la posso trattenere, la procace virtù dell’accoglienza. Lo spirito soave e acuto dell’irruenza calda e generosa è il mio imperativo incalzante. 

Giocherellona come una cucciola, fremente come un sogno. Non mi spegne neanche una doccia fredda. Io candela nel buio, fiammella sensuale come una pantera. Mi prende la smania di scrivere, di baciare. Di succhiare quel momento che suona e entra avido di godimento.

... E poi lecco anche le lacrime, quelle dell’anima sensibile che si scioglie dinanzi alla bellezza nella sua espressione selvaggia e incandescente. Procace virtù di bellezza vera. Una bellezza oltre lo specchio, fatta di pensieri audaci e voglie senza controllo. Una bellezza di emozioni.

Non me la vedo addosso, me la sento dentro.



 

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