LA TUA FATA IGNORANTE - EPILOGO

Martedì 20 febbraio 2018

Chi non osa più che colpe ha catene. Non è più cattivo o più stupido, è più infelice.


L’idea di programmare un viaggio esistenziale contro corrente non mi ha mai sedotto. Sono cresciuta pensando, se mai, fosse grande cosa affermare la propria individualità. Una faticaccia indescrivibile, talvolta, che trovo però sia una sorta di diritto naturale.

Insomma eccomi qui, escort, a negare l’etichetta di ribelle impudente e impudica. Che paroloni, in bocca ai conformisti forse fanno pure bella figura, nella mia stonano come l’acuto uscito male che spacca i timpani. Non mi sono ribellata ma non mi sono adeguata e in ragione di questo dovrei essere fuori dal coro con irriverenza. Macché. Se proprio dovessi improvvisare una rivoluzione farei quella dell’insofferenza candida all’opacità.
Perché la storia è tutta lì, nelle parole che volano a sproposito e nei comportamenti che non stanno affatto in giacca e cravatta o tailleur d’ordinanza. In tutte quelle finzioni con le quali mettere a tacere qualche ansia, qualche senso di colpa e qualche limite mentale. E nelle paure, le uniche verso le quali provo una sana e dolce comprensione.

Non voglio passare più tempo a correre che a interrogare il panorama, voglio invece annusare tutto il profumo possibile. La pelle fa la sua parte, eccome. Quando i corpi, le mani, i respiri si danno appuntamento a letto tutte le sfumature dell’universo sono lì, a un palmo da un naso, ed è molto più facile lasciarsi rapire dall’umanità.
A me l’istinto suggerisce più di tutto rispetto e vitalità, per questo non ho troppi conti in sospeso con la morale. Mica è un atto di leggerezza o di superbia, tutt’altro. Chi poi brandisce la spada del moralismo può francamente provare comunque ad andare fino in fondo, oltre la cortina di fumo, la scelleratezza del partito preso, la chiusura a porta blindata e dintorni, secondo me alla fine potrà pure concedersi un bagno di relax ...



Serena Key  .  Venezia  2/12/2016


La vasca colma di schiuma, la nudità accarezzata dalle bolle calde, il vapore che fa tanto atmosfera. E io che saltello di qua e di là, seguo il flusso dei pensieri, delle immagini che mi fanno il solletico, delle parentesi che si aprono e si chiudono come finestre sul mare.
Tutto fila un po’ così, no? Dentro quello che ci capita, intorno a quello che amiamo, verso il posto dove vorremmo andare, sotto il cielo di stelle cui rivolgiamo desideri. La cronologia, gli spazi fissi, le successioni ordinate sono cose che onoriamo solo con la ragione, l’impeto del cuore è più bizzarro e meno incanalato.




 

La tua fata ignorante.

 

Quanti inviti respinti, che invece avremmo dovuto accettare. Quante parole non dette, che invece avremmo dovuto dire, o ascoltare. Quanti sguardi non ricambiati, che invece avremmo dovuto ricambiare. Quante volte la vita ci è passata accanto, e non ce ne siamo nemmeno accorti? Tante volte. E troppe sono le volte in cui ci siamo ritrovati di fronte al tassello mancante di noi stessi, quel destino che cercava di incrociarsi col nostro, ma che abbiamo respinto, che non abbiamo ascoltato, che non abbiamo ricambiato. Perché i tempi non erano giusti, o non abbiamo colto le dimostrazioni, perché troppo racchiusi nelle nostre convinzioni. Troppe convinzioni. Penso a tutte le vecchie fiamme di ognuno di noi, quelle che in passato ci hanno bruciato il cuore, costringendoci poi a spegnere il tutto con un estintore d’emergenza. Lasciandoci solo cenere, volata in un soffio del tempo che è scorso via. Siamo convinti di conoscere i nostri cari, le persone che amiamo, dalla testa ai piedi, dalle cicatrici che portano fuori. Ma non conosciamo le cicatrici che portano dentro. E le bugie dette. Le sofferenze scaturite dai dubbi,  dai colpi di scena. Amare sorprese. Quanta fiducia si perde ogni giorno in un mondo troppo piccolo per un grande amore. Quanti segreti non rivelati. Quante vite vissute in una sola vita. E tanti bicchieri rotti, caduti per terra. Accidentalmente. Non siamo forse tutti delle fate ignoranti? Il destino rivendica la nostra ignoranza, e ci spiattella in faccia tutta la verità che ignoravamo. Ed è inutile porsi delle domande, perché non sapremo mai dire per certo cosa è andato storto. Cosa mancava. E in cosa sbagliavamo. Non sapremo mai davvero quanta priorità abbiamo avuto nella vita di una persona, né quanta importanza avranno i ricordi che le abbiamo lasciato. Possiamo solo sapere ciò che è stata per noi. E non sarà mai ricambiato esattamente, nel bene e nel male. Cerchiamo, troviamo, ripartiamo da zero. Ci ritroviamo a dire “non ho ancora trovato quel che sto cercando”. Magari dopo averlo già trovato, una, due, tre volte. Ma non smettiamo mai di farlo. E, alla fine del nostro percorso, quando ci cadrà un bicchiere da mano, non si romperà. E potremo chiamare la nostra pazienza “amore”.

 






































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Data della richiesta: 21/02/2018 08:09:17
Commento: Serena sei spettacolare. ....in tutto quelllo che dici, in tutto quello che fai c'è un amore infinito ......grazie Rosaludo

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Data della richiesta: 07/03/2018 18:23:42
Commento:
A risposta sempre di quanto mi trasporti,ti accompagno a guardare la scena di Verdone"ne è valsa la pena,in manuale d'amore 2"..fatti prendere per mano e andiamo come ti hai fatto con me in questo video e pagina di diario!!!..GRAZIE KEY G.vr

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