Il bordello di “Un cazzo ebreo”
Lunedì 19 settembre 2022
Il vero scandalo di “Un cazzo ebreo” è non leggerlo. (Il corpo e l’Olocausto, Dario Ronzoni)
L’amore è una parola di luce, scritta da una mano di luce, su una pagina di luce.
KHALIL GIBRAN
KHALIL GIBRAN
“Un cazzo ebreo” di Katharina Volckmer è un capolavoro.
Un libro surrealista, trasgressivo, libero…e divertente. Sorprende e solletica nella sua immensa profondità. Sembra ispirato da una grande domanda: possiamo rimediare ai fatti della Storia con le nostre più intime scelte?
Le lacerazioni del nazismo, del razzismo, dello sterminio degli ebrei, hanno lasciato un solco difficile da colmare. L’autrice pare essersi lungamente interrogata su come e quanto la sua patria abbia voltato pagina, su come e quanto si siano sanate le ferite, su come e quanto le colpe possano davvero essere espiate.
Più che una trama definita ci troviamo di fronte a un flusso di pensieri, quelli che la protagonista esprime sul lettino dello studio londinese del dottor Seligman.
«Quando ero più giovane ho sempre pensato che l’unico modo per superare veramente l’Olocausto sarebbe stato amare un ebreo», dice al silenzioso dottor Seligman. “Bisogna dire che sceglie un confessore perfetto, perché il dottor Seligman è ebreo!
Dalle fantasie sessuali su Hitler al sesso occasionale nei bagni pubblici, la protagonista si libera del passato, dei limiti, dei fardelli.
Un cazzo ebreo è accettazione, perdono, amore.
Una lettura che fa venire i brividi, di orrore e piacere. È un libro che spacca, fin dal principio.
Mi ha fatto pensare a un altro grande libro dal quale ho scoperto una sconcertante realtà: “La baracca dei tristi piaceri” di Helga Schneider. Mi ha fatto venire in mente i bordelli dei Lager, quelli fatti per prigionieri privilegiati, dai quali erano esclusi prigionieri ebrei e prostitute ebree.
Nati per gratificare, affinché i prigionieri producessero di più, furono forse soltanto luoghi di ulteriore squallore: un bonus di 15 minuti dove era ammesso il solo missionario faceva schizzare i cazzi ma non l’energia e l’efficienza.
Come si può immaginare il godimento del sesso in un lager? Davvero non lo so, per quanto potente ne sia la naturalezza.
Comunque al di là della parentesi sull’ottima opera della Schneider e tornando alla Volckner, Un cazzo ebreo è diventato uno spettacolo di Fabio Cherstich con Marta Pizzigallo che dal 20 settembre è in scena al Teatro Parenti di Milano: è presentato come un monologo che trasuda fisicità… e la voglia di vederlo è davvero molto forte.
Dalla Storia impariamo anche a dare dignità a un erotismo pieno e senza catene. Nelle private stanze dei nostri amplessi celebriamo il rito dell’accoppiamento e non una grottesca parodia. Viviamo di femminilità, virilità e attrazione; viviamo di un incanto di mani, bocche e sguardi; viviamo di sogni che si fanno urgenze.
In ogni incontro bruciamo un pezzo di delirante follia e osanniamo l’ardore di pulsioni e carezze.
Ho inseguito per tutta la vita l’amore eterno in compagnia di una donna ad ore.
MIRCO STEFANON
MIRCO STEFANON
E anche nell’ironia sferzante c’è una dolcezza che non dovrebbe sfuggirci: non conta se paghiamo, conta cosa proviamo. Io difendo gli appuntamenti dell’amore a ore perché invece di prometterti un futuro incerto, ti offrono un presente fantastico…
Notate come sono andata oltre, lontano. Da un signor libro come Un cazzo ebreo con tutte le vecchie tragedie che sottende a un inno alla sessualità amorevole con la quale sgombrare l’orizzonte da orribili visioni.
Diffondete benessere, dispensate baci, fottete senza inibizioni. Non abbiate pregiudizi: mettete tutti alla prova!
S e r e n a K e y
==========================================
Data della richiesta: 21/09/2022 19:12:49
Titolo: Il bordello di “Un cazzo ebreo”
Commento:
L’amore e il sesso, abbattono tutte le regole, religione,razza,colore,ideali o ideologie. Se si facesse più sesso, ci sarebbero molti meno casini in questo pazzo mondo. E io aspetto………… Francesco
==========================================
Lascia un commento