Il diario di Serena Key - capitolo 5

Mercoledì 16 marzo 2016

Se un uomo mi piace davvero, se è intrigante e perspicace difficilmente riesco a resistergli. Inoltre sono una donna volitiva e quando desidero una cosa, è raro che me la lasci sfuggire.


La busta color rosa pallido

 
                                                                               




Milano, martedì 15 marzo 2016
 
 
L'oggetto del mio ultimo desiderio si chiama Fulvio e l'ho incontrato a Milano. 
Non mi ha colpita immediatamente anzi... Non posso proprio dire che si è trattato di un colpo di fulmine, visto che lui mi passava davanti in continuazione senza che io nemmeno lo notassi.
Ero entrata in uno store biologico di Milano Centro e percorrevo distrattamente i corridoi guardando gli scaffali.
Mi ero accorta che, oltre me e i due cassieri, nel negozio c'era anche un distinto signore in impermeabile beige che gironzolava e che avevo incrociato un paio di volte nella mia traiettoria, ma non aveva distolto la mia attenzione da quello che osservavo. 
Quando arrivo alla cassa invece, me lo trovo davanti e allora comincio a prenderlo in considerazione; i suoi modi sicuri mi affascinano. I suoi movimenti sono lenti, come la sua parlata, un po' roca e così poco milanese. Sembra un giovane lord inglese; gli manca solo la bombetta, ma ha tutto il resto ... Inclusi soprabito e ombrello. È piuttosto alto e smilzo e dimostra una trentina d'anni e non di più.
Il modo in cui ha tirato fuori la carta di credito e l'ha porta alla cassiera mi parlano del suo carattere deciso.
Il suo viso appuntito da un mento e un naso sporgenti, mi sembrava d'un tratto terribilmente affascinante.
Continuo a guardarlo.
Se ne accorge e mi sorride. Poi si scansa e comincia a riporre i prodotti nelle buste.
Ora sono io alla cassa, che pago mentre lui mi guarda. Ogni volta che incrocio il suo sguardo vedo i suoi occhi sui miei. Ha un mezzo sorriso dipinto sul volto. Non è bello, ma è terribilmente attraente e credo che ne sia ben consapevole.
Mi sbrigo perché pago in contanti. Sono di fianco a lui.
I nostri gomiti si sfiorano e ci voltiamo l'uno verso l'altra chiedendoci scusa.
Ridiamo, poi riprendiamo a riempire le buste.
Finisce prima lui e si avvia all'uscita, seguito da me.
Si ferma e mi dice "Prego, dopo di lei".
Lo ringrazio con un sorriso. Vorrei prenderlo per i capelli e chiedergli di farmi sua ma non posso, anche se mi domando il perché, visto che al massimo mi direbbe no grazie; di certo non si spaventerebbe... 
Per fortuna ci pensa lui, che mi si para davanti e mi dice qualcosa tipo: "Dovremmo approfondire la nostra conoscenza: ti va di darci un po' di bel tempo assieme?"
"Sono una donna molto impegnata".
"Così impegnata da non concederti il tempo per qualcosa che ti va?"
"Tra poco più di un'ora devo essere nel mio appartamento".
" Ti accompagno io volentieri tra un'ora esatta".
"Non serve, perché è dietro quella traversa".
"Lo so! Fai colazione tutte le mattine sul terrazzo di fronte al mio...difficile non notarti. Abbiamo tutto il tempo di salire da me, visto che abito lì". E mi indica il tetto del palazzo di fronte.
È sfrontato, oltre che sicuro, ma a me piacciono gli uomini decisi che sanno ottenere ciò che vogliono, soprattutto se è ciò che voglio anch'io. Amo il sesso in tutte le sue forme e ho imparato a riconoscere le situazioni capaci di intrigarmi. Questa mi pare proprio una di quelle.
"Ti faccio vedere la mia umile dimora. Ai miei amici forestieri piace molto e dicono che non hai visto Milano, se non hai visto casa mia."
"Non mi dire!"
"Vedrai con i tuoi occhi, se mi farai l'onore di salire. Io mi chiamo Fulvio."
Il fatto che non mi abbia chiesto il mio nome mi dice tutto, non deve faticare troppo per convincermi: annuisco e lo seguo incuriosita fino all'ultimo piano, dove abita.
Entriamo in un ambiente affascinante, un attico pieno di gradini e livelli, con dei grossi archi al posto delle porte, che riprendono il motivo circolare delle finestre (credo di averne viste prima di così deliziose solo al quinto piano del Laurin, affacciate su piazza Walther) Insomma un posto suggestivo che si fa esplorare volentieri. Fulvio nel frattempo si è tolto soprabito e giacca ed è rimasto in camicia. Mi fissa e mi chiede. "Sei a tuo agio?"
"Perfettamente", gli rispondo.
" Ti va un aperitivo nel mio idromassaggio? La vista è spettacolare dalla parete di vetro."
 Avrei accettato il suo invito anche se fosse stato in una doccia. Se uno mi piace, mi piace e basta. L'unico vincolo che mi impongo è la sicurezza, e solitamente sono molto prudente, ma in questo caso mi sono fatta bastare la familiarità del tipo con la cassiera dello store, e il fatto che abitasse di fronte a me ... Ma soprattutto il richiamo della carne.
Fatto sta che accetto il suo invito. In una decina di minuti la vasca è pronta. Fulvio mi invita ad accomodarmi mentre lui mi prepara qualcosa da bere. 
Ormai sono in ballo e non mi resta che ballare. Mi spoglio e mi infilo nella vasca, in modo disinvolto, accompagnata dal sound di Miles Davis che arriva in filodiffusione. 
Arriva lui, avvolto da un accappatoio hollywoodiano di spugna rossa, con un vassoio tra le mani, che appoggia nella nicchia dietro la vasca. 
"Ma tu ci vivi nel bagno?" Gli chiedo divertita.
"Diciamo che ci passo dei bei momenti", mi risponde lui con l'aria soddisfatta di chi conduce la partita.
Mentre parla si apre l'accappatoio e se lo sfila, mostrandomi un corpo nervoso dalla testa ai piedi. Lo guardo mentre si china ad aprire un cassetto. Il suo corpo è teso come una corda di violino e non vedo l'ora di toccarlo, di sentire quell'energia dentro di me.
Entra nella vasca e si siede accanto a me, porgendomi il calice. Brindiamo al piacere e alle persone che sanno coglierlo, poi ci scambiamo un paio di battute e brindiamo ancora. Ridiamo del niente e ci baciamo, senza fretta, come se fossimo vecchi amici. Mi passa delle gigantesche olive verdi, poi un'altra volta il calice.
Mi siedo sopra di lui, che comincia a baciarmi il collo e le orecchie, mentre con le mani esplora avidamente il mio seno.
Le sue mani scivolano sulla mia pelle, spinte dal vapore, dal sapone e dal desiderio. Le sue dita urtano sui miei capezzoli, turgidi come due chicchi d'uva. 
Gli afferro il membro che sbatte sotto di me, pronto alla battaglia. Mi porge un profilattico che a fatica riesco ad infilargli, fra la burrasca dell'idromassaggio e la nostra posizione ingarbugliata, e finalmente lo conduco al suo approdo naturale. 
Fulvio ha un fremito. Mormora qualcosa e poi piega le gambe, sollevandomi un po', e comincia a muoversi lentamente. 
Appoggio le gambe sopra le sue ginocchia per farmi meglio condurre nella danza. I nostri corpi che sbattono sull'acqua producono un rumore ripetitivo e ancestrale. 
Sento il calore dentro e fuori di me che mi circonda. Le sue mani stringono a sé le mie cosce, che scivolano sulle sue. Sento le bollicine di ossigeno che si infilano tra di noi per poi salire a galla.
In un attimo di foga mi disarciona e scivolo da un lato. Allora mi solleva una gamba e mi prende di schiena, con un colpo deciso. 
"Lui non può stare a lungo lontano da te", mi dice con tono rassegnato.
Questa volta Fulvio rimane quasi fermo col corpo e muove la mia gamba piegata, che tiene da sotto il ginocchio, ruotandola lentamente. 
"Gradisci un'altra oliva?"
"Non ora, grazie".
Spinta verso il bordo della vasca, mossa dalla sua mano, mi sento un po' uno strumento nell'atto di venir suonato... L'importante è produrre buona musica.
Sento un caldo ancora più intenso dentro di me, accompagnato da fremiti improvvisi: il mio compagno di vasca è arrivato al capolinea.
Capendo che io ancora non ci sono, molla la presa sul ginocchio e afferra la base del membro, lavorandomi il clitoride con la punta. Che altruista!
Siamo rimasti in quella vasca ancora per una mezz'ora, tra baci, carezze e olive verdi, finché la nostra pelle non ha cominciato a ritirarsi; solo allora siamo emersi e ci siamo asciugati l'un l'altra. La mia immagine riflessa sulla parete specchiata mi dice che è ora di andare. Intanto riflette l'immagine di quell'uomo che fa scivolare una busta color rosa pallido nella mia borsetta.
 
 Al mio appuntamento sono arrivata tardi ma pulita e molto molto soddisfatta. 
Nella busta rosa pallido, oltre un dono gradito, ho trovato un biglietto...
 

A Serena Key, splendida compagna di colazione delle prossime otto mattine. Con grande piacere, leggendoti dal terrazzo di fronte al tuo.
Fulvio

 
 



 
 
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Data della richiesta: 16/03/2016 10:22:09
Commento:
Semplicemente sana e pura invidia x Fulvio....prima o poi conto di fare anche io colazione con Te.....ciao a presto. Silvano
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