L'urgenza
Lunedì 28 dicembre 2015
"A me (mi) piace vivere alla grande già, girare tra le favole in mutande ma ..." (Franco Fanigliulo)
Quanta fretta ma dove corri, dove vai?
Serena Key . Milano 21/07/2015
Talvolta è l’impeto. E lo capiamo tutti alla grande. Che insomma alla voglia non si comanda. Ma spesso è altro, l’urgenza.
E’ come un bisogno insensato, una molla assurda, un fiatone sciocco. Perché ci facciamo divorare dalla fretta, perché non ci gustiamo l’attimo, perché siamo entrati nel tritacarne che bandisce le emozioni.
E invece no.
E invece ci dobbiamo prendere il tempo per quello che è. Annusare l’aria, baciare la vita. Restare o tornare bambini, con gli occhi che guardano, le mani che toccano, il cuore che pulsa. Con tutti i pensieri al posto giusto.
Sotto le lenzuola, quando sono sola, i fremiti fanno l’amore con l’innocenza. Questo mi fa sorridere, sognare, volare. Mica mi turba, macché, il mio corpo languido che si riconcilia con il mio ritmo, con la natura, con la verità, con la poesia. Anzi, il calore di ogni atmosfera che respira nella mia testa è un’avventura, un abbraccio, un mistero da esplorare.
Se poi sobbalzo per qualcosa, una malinconia si affaccia, un tormento fa le bizze, io metto su un piccolo, candido broncio e spalanco tutte le porte dei miei sensi. Elaboro, spero, fantastico, progetto. Mi prendo cura, di quello che sento.
Altro che corse e fughe. Ci sto dentro piena e intera in questa esistenza.
Con slancio, non con urgenza.
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